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Traina in Generale

Tecniche > Mare > Pesca dalla barca > Traina

Le Regole del Gioco

Sul piano concreto possiamo distinguere almeno una quindicina di tipi di Traina: traina a fondo, a mezz'acqua, di superficie; traina veloce, medioveloce, lenta; traina costiera, di altura, di grande altura; traina con esche artificiali, con esche naturali vive,con esche naturali morte; traina con lenze a mano o con canne e mulinelli.Nella pratica corrente queste tipologie concorrono le une con le altre attraverso innumerevoli possibili combinazioni.

Le Barche

Qualunque barca a motore è utilizzabile per la traina purchè sia in grado di navigare dai 6 nodi in giù.La barca polivalente per tutti i tipi di traina è una pilotina veloce di 7-10 mt in grado di fare almeno 20 nodi e di andare pianissimo (2-3 nodi). Sulle barche possono essere montate una serie di attrezzature ausiliarie:portacanne;ecoscandaglio; vasca per le esche vive; contenitori per il pescato; loran;poltrona da combattimento;tuna tower ed altro.

Le attrezzature pescanti

E' chiaro che si può trainare soltanto con delle lenze a mano così fatte:tavoletta su cui avvolgere il filo,la lenza madre (da 30 a 100 mt), da una girella con moschettone, da un terminale e da un esca, è preferibile però usare la canna e il mulinello che consentono di impiegare terminali più sottili e quindi meno visibili e maggiormente catturanti.I modelli delle canne e dei mulinelli in circolazione sono assai numerosi.I libraggi delle canne in commercio vanno dalle 6,12,20 alle 80,130 lb,ma importanti nella scelta della canna sono le dimensioni delle carrucole scorrifilo che debbono consentire l'agevole passaggio delle girelle, quantomeno di quelle non troppo voluminose.Comunque a nostro parere il libraggio polivalente per quasi tutti gli usi (dall'occhiata alla ricciola di 50 kg) è la 30 lb.
I mulinelli tipici da traina sono a tamburo rotantante.Per un corretto funzionamento il libraggio del mulinello dovrebbe corrispondere a quello della canna, ma in pratica conviene sempre privilegiare la potenza del mulinello rispetto a quello della canna. Il filo per caricare i mulinelli (la madrelenza) può essere di nylon,di dacron ovvero di metallo (monel) e il suo carico di rottura deve corrispondere alla potenza del mulinello. Il terminale (nylon o acciaio) verrà aggiunto al termine della lenza madre. La congiunzione va fatta con un semplice nodo se l'esca è costituita da piume o da pesci finti che navigano senza ruotare su loro stessi, altrimenti per tutti gli altri casi con una girella ed eventuale moschettone.
Le esche da traina si distinguono in naturali ed artificiali, le naturali possono essere vive o morte. Fra le vive ricorderemo l'aguglia,il cefalo, il sugarello e lo sgombro:circa le modalità di innesco possiamo dire che le esche vive vanno montate con un amo più piccolo (traente) il quale ne trafigge la parte anteriore del muso e con un secondo, eventualmente anche un terzo,amo (catturante) che va inserito appena sottopelle nella parte posteriore dell'esca.Le esche morte sono le stesse delle vive e in più calamaro,totano e seppia.L'innesco è lo stesso solo che spezzeremo in più parti la spina dorsale e toglieremo le viscere. Poi ricuciremo il tutto cercando di camuffare il tutto.In alcuni casi sarà opportuno piazzare un pò di piombo da 15 a 70 g nella parte bassa anteriore per equilibrare l'assetto dell'animale in movimento in acqua. Le esche artificiali (notevolmente più pratiche quando si cerca la grande ricciola, la leccia o i grandi serra) comprendono i classici vecchi cucchiaini, i pesci finti, e le piume semplici o montate su testa solida. In parecchie occasioni potremo trainare in superficie senza bisogno di affondare le lenze. . Ma nel caso della necessità di pescare a fondo dovremo ricorrere ai fili autoaffondanti o ai piombi o alle grosse palle di cannone (downrigger) montate su appositi congegni; ovvero agli affondanti idrodinamici.Fra tutta questa gamma di affondamento la soluzione più semplice rimane quella dei piombi a tortiglione facilmente inseribili e disinseribili sulla lenza madre alle distanze prescelte. Ma è certo che per raggiungere le profondità elevate dovremo ricorrere alle palle di cannone o al monel; quantomeno 120-150 mt di lenza fuoribordo.

Gli Attrezzi accessori

In primo luogo è sempre il coppo (più grande è meglio è),poi a seconda del tipo di traina:raffio, guanti, panciera con bicchierino porta canne, bretelle, binocolo, forbici,coltelli e così via.

L'azione di Traina

Pescheremo sempre con almeno due canne una a dritta e una a manca con le lenze filate a distanze differenziate e, quando occorre avvicinarsi al fondo diversamente piombate. Dopo un pò di pratica potremo piazzare, al centro del quadro di poppa, una terza cannala cui lenza dovrà esser notevolmente più corta di quelle supportate da quelle laterali. A l riguardo giova ricordare che in mare ciascuna esca svolge due dstinte funzioni: una principale catturante e una sussidiaria di richiamo. Una regola generale ci dice che le esche vanno sempre filate a distanze via via maggiori a mano a mano che il punto di uscita fuoribordo si allontana dalla linea immaginaria che, partendo dal centro del quadro di poppa, termina al dritto di prua. Per quanto attiene alla regolazione delle frizione dei mulinelli potremo adottare il criterio di stringerla fino a raggiungere un terzo del carico di rottura del terminale, faremo eccezione solo per i tonni giganti. In caso di ferrata come prima cosa rallenteremo l'andatura e opereremo sulla frizione in modo da cedere lenza e toglieremo di mezzo le altre traine.Solo quando saremo arrivati a questo punto cominceremo il recupero cercando di evitare che la lenza finisca in bando,stringendo un pò la frizione e accostando a destra o a sinistra in modo da alleggerire la forza di trazione

I pesci della traina Cerchiamo di dire qualcosa sui singoli pesci da traina. Quando indicheremo le dimensioni degli ami (sempre a occhiello e a punta rientrante) ci riferiremo a quelli Mustad della serie 7731A.

I pesci della traina

Cerchiamo di dire qualcosa sui singoli pesci da traina. Quando indicheremo le dimensioni degli ami (sempre a occhiello e a punta rientrante) ci riferiremo a quelli Mustad della serie 7731A.
• Aguglia: pesce di branco presente dalla primavera all'autunno in quasi tutti i bacini italiani, staziona soprattutto in prossimità delle scogliere anche artificiali.ESCHE:portate a 25-40 mt da poppa sono vermi di terra infilzati su ami piccolissimi (n°6-7), ovvero cucchiaini (cm 2-3) argentei con ancoretta; terminali 0.18-0.20 di 4-5 mt; velocità 3 nodi. Il peso massimo dell'aguglia è superiore al kg.
• Dentice: pesce di fondo si aggira dalla primavera Denticiall'autunno, ma in alcuni luoghi anche in pieno inverno, sui fondali rocciosi o ciottolosi preferibilmente con presenza di posidonie. E' reperibile solo in determinate zone aventi le caratteristiche anzidette.ESCHE: (aguglie vive o morte su ami medi dell' 1/0-2/0 o anche pesci finti dai 9 ai 14 cm)vanno zavorrate (dai 3 etti ai 5 kg) in modo che lavorino in prossimità del fondo ad almeno 50 mt dalla barca. Velocità: 2-3 nodi con le esche naturali; 4 nodi con i pesci finti; terminali: almeno una decina di mt dello 0.50-0.60; gli orari più propizi sono quelli del mattino fino al pomeriggio. Peso massimo:10-12 kg.
• Lampuga: pesce pelagico presente in tarda estate-autunno in acque quasi sempre lontane, soprattutto in prossimità o addirittura sotto relitti galleggianti.ESCHE: piume giapponesi bianche, nere,rosse ecc. lunghe 5-7 cm, armate con ami medi dell1-2/0 e filate per 20-40 mt;terminali 4-5 mt dello 0.45-0.50. Velocità: 5 nodi. Bellissimi i salti delle lampughe fuor d'acqua durante l'azione di recupero. Le lampughe si prendono con il sole alto. Il peso mediterraneo si aggira intorno ai 10 kg.
• Leccia stella:si tratta di pelagici che «accostano» in estate e in autunno si trattengono a lungo in branchi numerosi sempre negli stessi posti, di solito prossimi alle foci di consistenti corsi d'acqua. Terminali 7-8 mt dello 0.24-0.30;ESCHE :cucchiaini fusiformi di 4-7 cm e piume bianche semplici di pari lunghezza montate su ami piccoli dal n°1 al n°4; portate a 35-40 mt da poppa.
• Occhiata: la si incontra nei mesi caldi in prossimità dell coste rocciose su fodali di scoglio di media altezza ove si trattiene per lunghi periodi in branchi abbastanza numerosi.Le esche tipiche sono rappresentate dalle piumette semplici bianche di 2-3 cm abbinate ad ami piccolissimi dei n° dal 6 al 2; ma spesso vanno benissimo anch i piccoli pesci finti autoffondanti (cm 3-5). Queste eche viaggeranno a 20-40 mt da poppa e saranno montate su terminali dello 0.18-0.20 lunghi 7-8 mt; la zavorra non occorre e la velocità di 2-3 nodi.Le ore migliori sono quelle del primissimo mattino e della sera. Il peso massimo dell'occhiata si aggira intorno ai 7-8 etti.
• Palamita: pesce di branco, si pesca in altura con le stesse tecniche e con gli stessi tempi di cui parleremo in seguito per i tonnetti ai quali assomiglia sia per le abitudini sia per i caratteri morfologici. Peraltro, in varie località che presentano coste e fondali rocciosi, è catturabile anche vicino a terra al pieno inverno con i medesimi sistemi adottati per le spigole. L'unica variante riguarda lo spessore dei terminali che dovrà essere un pò maggirato. La palamita può raggiungere i 10 kg di peso.
• Pesce serra: Il serra è feroce con i suoi consimili che divora e mutila anche quando è sazio; e nello stesso tempo è estremamente cauto nei confronti delle esche trainate e valorosissimo nel combattimento che conduce senza mai arrendersi esibendosi, quando la stazza glielo consente, in una serie di fantasmagoriche fughe laterali e verticali nonchè di salti acrobatici fuor d'acqua. E' reperibile dalla primavera all'autunno inoltrato lungo le coste tirreniche centro meridionali, in Sicilia, in Sardegna e in Liguria. Si presenta sempre in numerosi branchi in zone litoranee ricche di formazioni rocciose, meglio se prossime agli estuari. Gli esemplari piccoli sino a 1 kg si prendono benissimo con gli artificiali (piume bianche di 6-7 cm o policrome su ami medi dei n° 2 2/0, cucchiaini fusiformi della stessa lunghezza)portati a 25-30 mt da poppa a 4 nodi abbondanti. Per gli esmplari grandi è ottima invece l'aguglia morta montata con 2 o 3 ami mediograndi dal 3/0 al 5/0 su monofilo o treccia di acciaio. I terminali di nylon 0.35 0.50 saranno lunghi circa 5 mt.Le ore migliori sono quelle semibuie del mattino e della sera, ma capita che mangi anche con il sole alto. Con le esche artificiali è buona regola proteggere dai denti l'estremità del terminale di nylon inserendolo in spezzoni di plastica trasparente o bianca. Il serra può superare i 10 kg.
• Ricciola:la ricciola è un meraviglioso pesce combattente, più resistente e certamente anche più forte del tonno rosso, a parità di peso ovviamente. E' pelagico ma , nella buona stagione, si trasferisce in branchi di solito non sempre molto numerosi in moltissime acque costiere caratterizzate da alti fondali rocciosi. Per le ricciole ci vuole l'esce viva, soprattutto l'aguglia. Glia ami da impiegare sono quelli medi dal 2/0 al 4/0. Gli attacchi agli artificiali da parte degli esemplari di taglia rappresentano autentichè rarità. Le esche debbobo viaggiare ad almeno 50 mt dalla barca a mezza acqua, o meglio, al di sotto della mezza acqua. Per i terminali, lunghi da 10 ai 20 mt, non scenderemo mai al di sotto dello 0.70.La velocità di traina è di 2 nodi con il vivo.Le ore migliori sono di solito quelledella mattina molto inoltrata e, talvolta, del pieno pomeriggio. Per le piccoline, le cosidette «cavagnole», si può tentare mettendo in acqua piume giapponesi o semplici di 8-12 cm, bianche o policrome armate con ami medio piccoli da 2 all'1/0. La ricciola può superare il mezzo quintale di peso.
• Sgombro: si tratta di un pelagico di branco di dimensioni ridotte (raramente si avvicina al kg) molto combattivo ed intelligente tanto che può considerarsi un ottimo banco di prova per più impegnative imprese di traina. Accosta dalla tarda primavera fino a tutta l'state portandosi di solito fino a 2-3 miglia da terra.ESCHE: affondate qualche metro al di sotto della superficie a distanze comprese fra i 30 e i 50 mt, saranno costituite da cucchiaini di 3-5 cm e da piume giapponesi di 5-6 cm, armate con ammi medio piccoli dei numeri dal 2 all'1/0.Terminali lunghi 5-6 mt di nylon dello 0.25-0.30. La velocità di traina è di 3-4 nodi. L eore più proficue sono quelle del mattino.

• Spigola: La spigola, ambitissimo predatore presente praticamente in ogni stagione in quasi tutte le acque costiere della penisola e delle isole maggiori, ha una caratteristica particolare: la imprevedibilità e l'incostanza dei comportamenti. E' catturabile principalmente in zone di scoglio alternato a sabbia con profondità non superiori a 15 mt. Le esche più valide in assoluto sono i pesci finti fatti lavorare a distanze compresa fra i 40 e i 60 mt ed affondante quanto basta perchè scendano al di sotto della mezza acqua.In varie occasioni funzionano anche i cucchiaini lunghi da 5 ai 10 cm. I terminali (nylon dallo 0.30 allo 0.40) saranno di lunghezza non inferiore ai 10 mt. La velocità è di 4 nodi, qualche volta anche un pò più.La spigola può superare i 10 kg di peso.Buone le prime ore del mattino , quelle dello zenit e quelle possime al tramonto.
• Sugarello: si tratta di un umile pescetto che raramente supera il peso di mezzo kg. E' pelagico ma , nei mesi caldi si avvicina moltissimo a terra.Preferisce le zone di scoglio e quelle adiacenti. Le esche specifiche sono i cucchiaini da 3 a 5 cm e le piume bianche, semplici o giapponesi di uguale lunghezza, armate con ami piccoli dei numeri 2-4. Terminali di 5-6 mt dello 0.20-0.30. Niente zavorra per le piume, 50-100 gr per i cucchiaini.Lenze filate a 30-40 mt;velocità dai 2 ai 4 nodi.Gli orari di maggior rendimento sono decisamente quelli mattutini.

• Tonnetto:

parliamo qui di pelagici di branco del peso variabile da uno a 15-20 kg e precisamente del tonno rosso allo stato giovanile,dell'alletterato,dello striato e dell'alalunga.L'habitat di questi pesci è di solito la grande altura, ma accade spesso,di solito a fine estate-autunno, che i branchi si portino a poche miglia da terra 0 addirittura sotto costa. Di norma i momenti di mangianza in superficie sono segnalati dal movimento forsennato degli uccelli marini; meno spesso accade di imbattersi in mangianze in cui gli unici elementi percettibili sono i salti dei predatori e/o il brulichio a galla dei predati(spesso acciughe) Perciò questo tipo di traina è più caccia che pesca in quanto è necessario muoversi in continuazione con la barca, esplorando vaste zone di mare con l'occhio permenentemente attento teso a distinguere ed a decifrare ciò che accade nelle acque vicine e lontane. Si traina con almeno 5 lenze a mare con le esche (pesci finti con paletta metallica da 7 a 18 cm e/o piume giapponesi da 6 a 10 cm armate con ami medi o medio grandi dal 2/0 al 6/0) filate dai 3 ai 50 mt di barca.I terminali saranno corti 2-3 mt e robusti dallo 0.50 allo 0.70. La maggior parte delle catture avviene nei periodi di piena luce, soprsttutto del mattino.La velocità varia dai 5 ai 7 nodi.E' importante non passare con la barca sulle mangianze ma manovrare in modo da farvi transitare le esche. In mancanza di avvistamenti può riuscire utile l'allarme acustico dell'ecoscandaglio regolato ad una quindicina di mt che ci segnalerà la presenza di branchi non ancora in superficie.

• Tonno rosso: abbiamo a che fare con pesci che, pur senza raggiungere le dimensioni colossali dei giganti, stazzano mediamente dai 10 ai 25-30 kg.Le tecniche di pesca sono identiche a quelle appena descritte per i tonnetti.Le uniche differenze sono queste:spariscono le eventuali traine a mano, lo spessore dei terminali è compreso fra lo 0.80 e lo 0.90, le piume giapponesi salgono ad 8-12 cm con ami medio grandi, i pesci finti con paletta metallica adatti alla specifica bisogna sono compresi nella gamma che va dagli 11 ai 18 cm.

• Tonno rosso grande o gigante:

premesso che è ormai appurato che i giganti veri e propri (oltre i 100 kg) si prendono molto più facilmente con il drifting e che è assai poco probabile che gli esemplari di oltre 30-35 curino le esche trainate,diremo solo questo.Per i giganti si può provare sia con esca naturale (cefalo o sgombro di 25 cm circa ) ovvero con il Rapala magnum di 26 cm; terminali in monofilo di acciaio (2 mt abbondanti) da almeno 250 lb; velocità 3-4 nodi; frizione tarata intorno alle 30-40 lb; distanza delle esche dalla barca: 50-80 mt.Per i tonni, che pur non essendo ancora divenuti giganti, superano il peso di 30-35 kg, le esche saranno sempre artificiali, i terminali 3-4 mt saranno di nylon o monofilo di acciaio con carico di rottura non inferiore alle 120 lb, la velocità sarà compresa fra i 6 e gli 8 nodi.


Articolo tratto da Pesca in Mare 1990


 
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