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Carpfishing

Tecniche > Acqua dolce
Sono passati molti anni, dal 1998, da quando iniziammo ad intraprendere avventurose battute di pesca, specie rivolte alla cattura delle carpe; direi che fu quasi una scommessa. Abituato da decenni alla tecnica molto più semplice della pesca con il bolentino, non è stato facile entrare in questa nuova filosofia, perché di questo si tratta, esattamente come non è stato facile passare, anche psicologicamente, dopo anni di pesca con il galleggiante, alla pesca a fondo.Anche in considerazione di ciò, possiamo dire che il carpfishing è stato un buon successo: in pochi anni non solo abbiamo appreso i rudimenti, ma ci siamo formati tecnicamente, accumulando una buona dose di esperienza. Boilies, ami, piombi e montaggi per tutte le situazioni, per noi che abbiamo nella Carpa l’obiettivo principale, sono ormai pane quotidiano. Alle speciali pagine che andiamo componendo, vorremmo dare non solo un impronta didattica cercando di esporre sinteticamente ed in modo semplice “i fondamentali” del carpfishing e di altre tecniche di pesca da noi praticate, inoltre auspichiamo di poter coinvolgere il maggior numero possibile di pescatori sportivi in questa affascinante branca dello sport che ha un etica tutta sua fondata sulla sportività, sul massimo rispetto dell’ambiente e soprattutto dell’obiettivo finale: i pesci. Il carpfishing è in assoluto la tecnica di pesca più indicata per catturare le grosse carpe. In Italia è una tecnica abbastanza giovane circa una decina di anni fa. Questa metodologia non solo permette catture di una certa dimensione ma anche permette un approccio più autentico e diretto con la natura.Una battuta di pesca può durare anche diversi giorni prima di offrire i risultati desiderati,ma si tratta di momenti indimenticabili trascorsi in riva all'acqua a pensare e riflettere sulla natura e sulla nostra vita.Poi la grossa carpa ci riconduce alla realtà,il cuore batte forte come un treno impazzito, ed allora diventiamo un tutt'uno noi e la nostra canna nel disperato tentativo di portare a riva il frutto del nostro impegno e dei nostri sacrifici.E vedere bestioni di una certa mole,fotografarli,rilasciarli,ripaga sempre di tanta attesa,di percorsi impervi e scoscesi (attraversati con una quantità inverosimile di borsoni e attrezzature) , dei litigi con i familiari per l'uso dei fornelli per preparare le Boilies e delle levate notturne per partire,loro ci guardano ed esordiscono con una sana osservazione:"Ma voi siete pazzi,ma chi ve lo fa fare ,e poi neanche li mangiate?". Ma come far capire loro che questo è per noi linfa vitale? Forse degli appassionati come noi ci daranno ragione.

Gli ambienti di pesca

Principalmente sono rappresentati da laghi e cave, ma è possibile insidiare i ciprinidi anche nei canali ricchi di vegetazione e nei fiumi a corrente lenta che presentino una sufficiente profondità ed acque “torbide”

La scelta della postazione

Ovviamente il riferimento è quello dei laghi, nei quali la ricerca delle grosse carpe è senza dubbio una delle più impegnative proprio per la difficoltà di individuare le nostre amiche in ampie distese d’acqua a volte estremamente uniformi. Anche il carpista più esperto, prima di avvicinarsi ad un lago sconosciuto, deve cercare di assumere il maggior numero di notizie: catture effettuate, punti maggiormente frequentati, cibo abituale dei pesci locali, profondità (ideale quella compresa dai 3 ai 6 metri), natura (melmoso, ciottoloso, ricco di ostacoli), e conformazione del fondo (individuazione dello “scalino” o dell’eventuale prateria sommersa). Un consiglio è quello di fare anche attenzione ai salti ed ai movimenti di pesci a galla.

La pasturazione

Per preparare il posto e prima comunque di iniziare l’azione di pesca vera e propria, è indispensabile eseguire una buona pasturazione avente la stessa composizione delle esche che verranno adoperate in seguito. Le dosi devono essere abbondanti e ripetute ciclicamente durante l’intera durata della pesca. Bisogna essere dotati di una grande pazienza da accostare ad un rigoroso “silenzio”, poiché non è mai da trascurare la proverbiale diffidenza delle carpe nei confronti di un cibo innaturale non presente nell’ambiente in cui esse vivono e si cibano.

Le prede

Ci piace chiamarle prede perché spesso ci imbattiamo in “bestie” selvagge e poco disponibili a farsi tirare a riva; infatti l’obiettivo principale sono le grandi carpe. Assai più rare sono le tinche, mentre se si utilizzano esche differenti dalle boilies, l’esperienza ci porta a dire che dalle nostre parti sono frequenti catture di pesci gatto di discrete dimensioni, e di carassi davvero enormi!

L'azione di pesca

Riteniamo opportuno estenderla nell’arco di un minimo di 30 ore per poter raccogliere i frutti della meticolosa preparazione e dell’invidiabile organizzazione, necessarie per un vera e propria spedizione di pesca. Consideriamo che il numero minimo di canne da utilizzare in coppia vari da 5 ad 8, lanciate alle opportune distanze in un raggio di circa 120 gradi, lungo cioè l’intera estensione della zona di richiamo preparata con almeno 6Kg di pastura.

Le esche

L’unica che permette di selezionare la taglia del pesce è rappresentata dalla boilies. Altre esche, ognuna delle quali è stata da noi sperimentata, sono: mais, grossi lombrichi, lumache, patate, polenta, ceci, semi di canapa, pane, piccoli pesci “bianchi”. Questi ultimi, utilizzati in seguito ad una brillante intuizione, ci hanno dato buone e numerose catture, li consigliamo soprattutto sul finire dei mesi estivi.

Le Attrezzature

Le Canne

Personalmente consigliamo robuste canne ad innesti in carbonio ad azione parabolica, anche se è possibile utilizzare canne da surfcasting ad azione di punta. I mulinelli Alla canna bisogna abbinare un mulinello robusto, veloce, dotato di bobina conica molto capiente imbobinata con un monofilo dello 0.35 a bassa memoria, preferibilmente dotato di baitrunner.

I terminali

Come in ogni altra tecnica di pesca, anche nel carpfishing la parte terminale della lenza riveste il ruolo più importante di tutta l’attrezzatura. Il terminale deve essere costruito con estrema cura in modo da garantirci resistenza (utilizzo di trecce, dacron, ami in acciaio), e che il comportamento dell’esca desti il minor numero di sospetti allorquando si presenti al pesce. Per tali ragioni ci riserviamo di trattare l’argomento terminali nello specifico, in una pagina tecnica.

Accessori

Molti accessori sono legati alla meticolosa preparazione dei terminali (monofili a bassa memoria, trecce, piombi plastificati, perline, tubicini in plastica e silicone, girelle in acciaio, clips aggancia piombi, ferma boilies, filo idrosolubile);altri sono: ago per innesco, fionda, tubo lancia boilies chiamato COBRA, bilancia, cannocchiale, frigo, zaini, carrello, stivali etc. etc). Mi raccomando di non lasciare a casa un ampio guadino!

D.T.

 
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