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Pesca al cefalo dorato 01/11/2004

Tecniche > Mare > Pesca da terra > Pesca dai porti
Un pesce spesso sottovalutato e snobbato, ma che a dispetto della sua diffusa presenza in qualsivoglia zona costiera, è di non sempre facile cattura. Pur esistendo ben sei specie di muggine o cefalo, indirizziamo il nostro interesse sul cosiddetto “gargia d’oro” e sulla tecnica di pesca a canna fissa all’interno dei porti.

Gli ambienti di pesca

La scelta del luogo sembrerebbe non difficile da effettuare in quanto sarà indirizzata verso le zone interne dei porti con fondali medio bassi, molli e melmosi. La scelta della postazione deve essere accurata e deve possedere i seguenti requisiti: zona libera di almeno 7-8 metri sia in acqua che sul molo, profondità 3÷6 metri, Sole alle spalle, possibilità di guadinare (banchina non troppo alta).

Quando

Il cefalo dorato è quello che risente maggiormente della temperatura dell’acqua, ed è per questo che nei mesi freddi va alla ricerca di zone con temperature più miti. In ogni caso è possibile insidiarlo tutto l’anno ventiquattro ore su ventiquattro con le più svariate tecniche, essendo presente ovunque sulla costa. In questo articolo restringeremo il campo dall’alba al tramonto evitando di ripercorrere l’itinerario notturno della pesca all’inglese.

Il momento

Come detto, l'inverno sembrerebbe il momento meno adatto per pescare il cefalo dorato, ma le acque all’interno dei porti spesso danno rifugio ai pesci dai rigori invernali. Esistono un’infinità di combinazioni, costituendo talvolta un fattore favorevole o sfavorevole a seconda di eventi meteo marini connessi. Queste combinazioni a loro volta danno risultati differenti, rendendo ancor più affascinante questa tecnica. Il cefalo può abboccare in qualsiasi momento e condizione, evitate quelli piovosi e temporaleschi anche per motivi di sicurezza. La pescata tipo può essere rappresentata da una battuta 8÷12 o 15÷19, con i conseguenti aggiustamenti dovuti alle stagioni ed ai differenti orari di alba e tramonto.

Colore dell'acqua

È anche questo un fattore da non sottovalutare e conoscere al meglio per catturare di più. In presenza di fondali sabbio-limacciosi è raro trovare acque limpide, ma con profondità modeste il rischio di essere ”visti” esiste. Risulta dunque preferibile la torbidità dell’acqua, specie nelle ore più luminose. Potrebbe risultare determinante l’individuazione di uno scarico di acque dolci all’interno del canale, ricordando anche che il cefalo si sposta spesso contro corrente ed a mezz’acqua.

L'azione di pesca

Questa tecnica è praticata durante tutto l’anno dalle prime ore del giorno all’imbrunire, ma si può provare il fascino delle prime ore buie per tentare la cattura di prede di dimensioni maggiori e che durante il giorno rimangono in attesa negli anfratti delle loro tane.Nella pesca con il galleggiante con canna fissa o con la più raffinata bolognese, è possibile insidiare tutti i pesci che si muovono a mezz’acqua o poco sopra i fondali; mentre con canne a mulinello si pratica la pesca al tocco e talvolta una vera pesca a fondo d’attesa.In questa sede ci occupiamo della pesca al tocco, trattando la tecnica della pesca all’inglese, e la pesca dei cefali nei porti, nelle altre pagine.

Le esche

L'esca migliore per le nostre prede saranno i pezzetti di sarda fresca (sulla descrizione di come innescare e utilizzare la sarda rimandiamo il lettore alla sezione Esche)e l’antico “pastone” fatto in casa di cui riserviamo di comunicarne la composizione del nostro ai lettori che ne facessero esplicita richiesta. Altra valida esca è il verme tremolina, ma per la cattura degli esemplari più grossi il consiglio è quello di usare le precedenti.
Di solito la pastura è importante, in questa tecnica è indispensabile attirare ripetutamente banchi di cefali a portata di amo, quindi si ritiene fondamentale. La possibilità di utilizzare pasture che si trovano in commercio risulta efficace, mentre per la pastura artigianale vale il discorso fatto per l’esca, chiedete!!! In ogni caso è buona norma usare delle sarde tagliate a pezzetti e gettate nel campo di azione delle nostre esche.
Per pasturare bisogna sempre tener presente talvolta anche all’interno dei porti c’è la corrente e che comunque non conviene usare molta pastura tutta insieme.

Le attrezzature

Utilizzeremo una canna fissa telescopica di 5÷8 metri, preferibilmente in fibra di carbonio, così da non dover sostenere un peso eccessivo per parecchie ore, e per garantirci sensazioni magiche durante le catture che spesso ci impegnano per alcuni minuti. L’azione della canna potrà essere sia di punta che parabolica, a seconda della nostra preferenza, anche se l’utilizzo di una canna di 6 metri ad azione parabolica o di una canna di 8 metri ad azione di punta garantiscono combinazioni assai valide. Ricordiamoci che i cefali, a partire dai 2-3 etti, hanno reazioni violente, addirittura quelli più grossi superano il chilo e quando abboccano restano immobili per alcuni istanti per poi partire in profondità ed imperversando da una parte all’altra, quindi l’azione della canna insieme al nostro braccio dovrà essere il più bilanciata possibile.
Per questi motivi pescheremo con lenze leggere e con fili con carichi di rottura modesti. Su un madre Ø 0,22 regoleremo un galleggiante a pera rovescia di 1,5÷3 gr, piomberemo quanto necessario con piombini sferici o cilindrici con in coda una minuscola girella d’acciaio, su cui legheremo due ami a gambo lungo 10/10 su finali Ø 0,12÷0,18 di almeno 30 cm sfalsati fra loro di un paio di centimetri.
Svolgeremo l’azione di pesca 10÷20 cm dal fondale, che sonderemo durante le operazioni di preparazione, variandone adeguatamente la distanza.


A.D.F.

 
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