Il Palamito pesante ... a galla - Pescarenet.com - Guida alla pesca con passione

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Il Palamito pesante ... a galla

Tecniche > Mare > Pesca e tradizione
Cominciamo col dire quanto sia diventato difficile andare a pesca e ritirarsi con prede di rilievo, specie nei mari siciliani e specificatamente quelli che bagnano la costa catanese. Le cause sono molteplici, ma in ogni caso parliamo solo di pesca. Mai e poi mai verrà domata questa passione, quindi non è cessata la voglia di cimentarsi e confrontarsi con tecniche di pesca poco comuni ai più e magari sconosciute anche a noi stessi se non per qualche sporadica occasione. Avendo quindi la possibilità di uscire in mare con una imbarcazione sicura, l’obiettivo fissato è stato quello di insidiare grosse prede con un palamito che in pratica costituisce una via di mezzo tra i tradizionali tipo a galla e tipo pesante, il cosidetto “conzo ‘a suma”.

Gli ambienti di pesca

Questo tipo di palamito generalmente da buoni risultati su fondali in cui la scogliera finisce sul fango, con profondità e distanze variabili a seconda del periodo, che va da primavera ad autunno, nonché dalla porzione di mare. Per questo è fondamentale avere o, gioco forza, fare esperienza, condita magari da qualche dritta di un amico pescatore.

Meteo

Le condizioni ideali sono quelle di bonaccia e alta pressione. Il palamito va calato di notte, lasciato libero in mare sino all’alba e salpato subito dopo.

Nei periodi più caldi è facile passare da calma piatta a mare mosso, sotto levante o maestrale, quindi comunque dopo una nottata passata in mare è bene recuperare il palamito velocemente.

Le esche

Si consiglia di praticare questa tecnica dalla innescando sardine fresche intervallate da qualche innesco con calamari.

I terminali e la costruzione

Preparare 100 braccioli con Ø 0,70 di 2 m, montanti ami del n°4 in acciaio inox, su un madre Ø 1,20.Avvolgere la matassa del nylon in un arcolaio, in modo da evitare imbrogli, prenderne il capo e riporne tre passi e mezzo nell’apposita cassetta o bacile.Lasciare circa dieci metri dal capo al primo bracciolo, e collegare nella parte terminale un moschettone in acciaio a cui agganciare una grossa boa galleggiante che farà da segnalazione del primo capo.Procedere con la legatura dei braccioli con passo costante di tre e mezzo sino al centesimo amo. Per i meno esperti si consiglia di effettuare una legatura che non permetta lo scorrimento, mentre per una mano più esperta l’ideale è collegare i braccioli al madre mediante girelle opportunamente inserite e bloccate sul letto del palamito.Il tutto verrà riposta nella “coffa”, inserendo in sequenza tutti gli ami nell’apposito sughero che avvolge la vasca.

Il calamento e la pesca

Collegare il capo del madre del palamito alla boa galleggiante e procedere alla stesura del palamito, un amo alla volta, procedendo a motore verso la direzione prescelta, al minimo di giri, costantemente e sempre sottovento, cioè calando dal lato verso cui soffia il vento, opposto alla corrente.

Al fine di mantenere il palamito a pochi metri dal pelo dell’acqua, mediamente ogni sette/otto ami bisogna inserire un galleggiante in cui sia possibile agganciare e successivamente sganciare l’amo velocemente, infatti artigianalmente utilizziamo dei piccoli recipienti da cinque litri ai quali attacchiamo un pezzetto di sughero che giova appunto al nostro scopo. Un consiglio è quello di inserire di volta in volta all’interno del recipiente, che sarà bianco trasparente, una barretta luminosa o in altra nativa uno star light, dal momento che durante le ore buie è fondamentale avere costantemente visibile il palamito calato in corrente.Ovviamente i galleggianti intermedi possono essere scelti od ideati in vari modi, l’importante è che ci siano sia per mantenerci a galla e per segnalarci le abboccate. Per evitare mostruosi grovigli, quando si cattura un pesce di taglia è consigliabile salparlo dopo le prime sfuriate, intercettando la parte del palamito su cui abbocca per poi ricalarlo con nuove esche.

Il pesci e le catture

Tonni, pesci spada, ricciole, palamite, razze, lampughe, pesci ombra, aguglie imperiali e via dicendo, con questa tecnica può capitare di allamare “chiunque”…

Pesca spada kg 9
Inizialmente si può non credere, ma dopo alcuni <<…sarà vero?!>>, la cosa migliore è provare e riprovare, ed una volta ottenuto qualche buon risultato si continua, perché in fondo al di là di tanti discorsi è bene verificare di persona se quanto si dice funziona o meno. Per esempio è buona regola calare nei luoghi con forte presenza di pesce azzurro.Questo tipo di palamito credo possa essere utilizzato da chiunque abbia la volontà e la pazienza di curare certi particolari e di affrontare un po’ di stress fisico, accoppiandoli alla sempre cara fortuna, ed a qualche regola di base.

 
Torna ai contenuti | Torna al menu