Pesca bolentino medio/alto fondale - occhione 29/04/2004 - Pescarenet.com - Guida alla pesca con passione

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Pesca bolentino medio/alto fondale - occhione 29/04/2004

Tecniche > Mare > Pesca dalla barca > Bolentino
L'abitudine degli occhioni di radunarsi in branco in prossimità di fondali misti, può far apparire semplice e facilmente catturabile questa specie ittica. Individuato il raggruppamento, sembra che tutto scorra liscio; cerchiamo di conoscere bene questa tecnica di pesca che può riservare sorprese e incognite. La pesca degli occhioni si può definire una delle tecniche più redditizie, poiché l'occhione, che si raduna in grossi branchi, si insidia solo dalla barca ed una volta individuato il luogo di sosta si possono effettuare catture multiple che colmano il nostro carniere in poche ore. Le dimensioni dei pesci si determinano soprattutto dal luogo di pesca: nei medi fondali (dai 20 ai 40/50 metri) non superano mai i 200/300 gr, mentre negli alti fondali (dai 70 ai 150 metri ed oltre) questi pesci raggiungono pesi ragguardevoli che spesso sfiorano i due kg. Vediamo così come si insidia questa specie in base al tipo di fondale frequentato.
 
Pesca Medio fondale
La pesca al medio fondale è la tecnica che viene sfruttata maggiormente da un numero sempre maggiore di appassionati.

La zona di pesca è facilmente raggiungibile anche con medio-piccole imbarcazioni ed a seconda della zona della nostra penisola che “batteremo” si potranno raggiungere i 50 metri di profondità anche a poche centinaia di metri dalla riva. Una volta sulla nostra barca cercheremo il fondale adatto che solitamente è composto da scoglio, e misto fango. L'aiuto di un ecoscandaglio ci favorirà molto, soprattutto nel modo esatto di ancorare la nostra barca. Individuata la secca, infatti, basterà risalire a monte di vento in modo che l'ancora si fissi nel punto che desidereremo e successivamente mollando corda andremo a finire sul punto esatto di pesca. La tecnica di pesca ancorata, però, può spesso falsare il risultato perché potremo cadere su un punto morto o poco popolato dalle prede. Cercheremo così di sfruttare le nostre doti di esperienza per cercare di cadere sempre sopra i branchi. In questa tecnica si parte con il presupposto di pescare allo scarroccio partendo sottovento alla secca ed aumentando notevolmente il piombo del terminale per far stare le esche sul fondo. Così facendo, scandaglieremo direttamente con le nostre lenze il fondale fino a individuare il punto esatto dove sostano gli occhioni. Prepareremo precedentemente un piccolo segnale con una cordicella di 2/3 millimetri di diametro con un peso da circa 500 grammi che servirà da segnalatore, da gettare in acqua al momento in cui troveremo i pesci. Gettato il segnale sarà il momento di ancorarsi. Andremo sopra vento al segnale e mollando corda all'ancora cercheremo di cadere con la poppa della barca esattamente sul segnale gettato in precedenza. Il segnale di avvistamento del pesce può essere fatto con una comune stagna da 5 litri in plastica, alla quale andrà legato del cordino di lunghezza variabile al fondale di pesca. Oltre che con l’utilizzo del classico bolentino, la pesca a mezzo fondale si effettua con canne medio rigido di lunghezza intorno ai 3 metri alle quali applicheremo un buon mulinello con bobina fissa imbobinato con un buon monofilo di diametro dello 0,35/0,40. Una girella con moschettone servirà come collegamento tra la lenza madre ed il terminale che avrà una lunghezza totale di circa 80 centimetri, di diametro dello 0,35. I braccioli di diametro dello 0,30 saranno collegati al finale per mezzo di girelle fermate da due perline e da due nodi. Gli ami da usare sono solitamente a gambo corto di filatura doppia e di misura oscillante tra il 2 e il 8 a seconda dell'esca impiegata e della dimensione dei pesci.
 
Pesca ad alto fondale
La pesca ad alto fondale si differenzia da quella precedentemente esposta solo per il fatto che la tecnica verrà esercitata su fondali spesso da capogiro dove saranno molti i fattori che ci impegneranno. La corrente marina è uno di questi fattori, l'altro è la profondità che sfiora a volte i 200 metri. Le canne per questa tecnica saranno costituite da attrezzi molto più rigidi, di lunghezze oscillanti tra i 2,50 ed i 3,00 metri (meglio abbandonare l’idea della lenza a mano!!!) Le vette saranno proporzionate ai piombi impiegati. I mulinelli potranno essere sostituiti da rotanti di media stazza o dei fissi con buone capacità di recupero e dotati di molteplici cuscinetti a sfere. Verranno imbobinati con del monofilo minimo dello 0,50 mentre il finale verrà costruito con almeno 5 braccioli. Questi saranno collegati al trave per mezzo di girelle a tre vie. Il terminale sarà costruito da monofilo di diametro dello 0,45 per una lunghezza complessiva di cm 150. I singoli braccioli lunghi circa 20 cm saranno di monofilo di diametro dello 0,40. Gli ami da impiegare per tali finali sono spesso molto grossi e comunque non inferiori al n. 1.
 
L'azione di pesca
Una volta individuato il punto esatto di pesca ed esserci ancorati nel modo corretto, il risultato sarà tutto legato alla tecnica. Molto importante sarà il capire esattamente come mangiano i pesci. Per i neofiti potrà essere un problema riuscire a percepire le tocche del pesce sulla vetta della canna quando si superano i 50 metri di profondità. Il monofilo grosso in bobina ci aiuterà in questa operazione ed il susseguirsi delle catture ci permetterà di capire le tecniche. Il secondo problema sarà quello di sapere quanti pesci avremo sulla lenza. Sarebbe una cosa inutile salpare un solo pesce da 150 metri di profondità. Per cui sarà utile aspettare che siano multiple le catture per ogni cala (ecco perché useremo un terminale con 5 braccioli per la pesca su fondali di 100 metri). Infatti al momento di salpare le prede, conviene sempre, nel recupero, appoggiare la canna al bordo della barca che ci risparmierà una fatica inutile. Un ultimo consiglio è quello di tenere sempre a portata di mano un finale per le grosse prede,magari costruito con un cavetto di acciaio da usare nel momento in cui gli occhioni, in mangianza da parecchio tempo, smettessero all'improvviso di abboccare. A queste profondità non si può mai sapere che cosa può venire fuori.
 
Le esche
Per entrambi i tipi di pesca si usano esche particolarmente «robuste»,prima fra tutte è il totano innescato a filetti oppure le piccole seppie ed i polpetti che sono anch'essi ottimi. Mai dovrà mancare la sarda innescata a pezzi senza privarla della lisca; può garantire catture eccezionali, mentre il gambero fresco è una carta da giocare nei fondali medi
 
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