Gli ambienti di pesca
I torrenti non sono tutti uguali. La morfologia del torrente rappresenta il primo problema che il pescatore deve conoscere, infatti un corso d’acqua che corra rapido ed irregolare, che attraversi tratti di vegetazione quasi impenetrabili, non rappresenta proprio l’ideale ambiente che specie un neofita debba decidere di affrontare. La parte del torrente che più si presta ai nostri intenti è quello di fondovalle, poiché è possibile trovare lungo le sponde, tratti aperti e quindi più o meno accessibili.
L'azione di pesca
Questa tecnica non è praticabile durante tutto l’anno, poiché per tutto l’inverno la fario resta rintanata tra i sassi e le radici, poi, con l’inizio della stagione primaverile riprende l’attività restando comunque molto guardinga. Per questo motivo va affrontata con la massima cautela, in silenzio assoluto e da una certa distanza. Non è affatto un’esagerazione pensare di posizionare l’esca e di allontanarsi per parecchio tempo, camminare chinati lungo il torrente, rimanere accovacciati dietro un cespuglio per ore, pescare da sopra un albero!!! La ricerca della prede deve avvenire a vista (un paio di occhiali polarizzanti è da considerare indispensabile per eliminare i riflessi e per poter leggere bene il fondo), ed a distanza, per cui la minima disattenzione potrebbe compromettere l’esito per quel tratto di torrente. L’azione di pesca è consigliabile svolgerla con una bolognese per la sua maggiore versatilità rispetto ad una canna fissa, anche se quest’ ultima può essere piazzata tra i cespugli in un tratto in cui abbiamo individuato la presenza di più pesci, in attesa dell’abboccata delle meno schizzinose trote più piccole. Per quanto riguarda le trote adulte, il discorso si fa più difficile, poiché i pesci autoctoni nonostante le loro dimensioni difficilmente superino 1,5 Kg di peso, sono di una cautela disarmante, quindi ci siamo trovati di fronte ad una sfida che inizialmente non sapevamo affrontare neanche in teoria. Dopo parecchi tentativi tali da poter ridurre al disarmo uno stuolo di pescatori incalliti, abbiamo affinato una tecnica di pesca che ho voluto battezzare pesca da bosco, la quale necessita ancora di parecchia pratica e di ulteriori affinamenti.
L'equipaggiamento
Provviste per l’intera giornata, una bolognese di 4m - 6m, una canna fissa lunga dai 5m ai 7m...zaino in spalla, ed occhio alla fario!
Le esche
Trota farioPratiche e di buona reperibilità, ma poco efficaci sono le tradizionali uova di salmone, camola del miele, camola della farina, lombrichi. [due inneschi per ciascun esca] Con queste esche se siamo fortunati riusciremo a pescare un paio di trote fario di 15 cm in una giornata! Ricordiamo però che il nostro obiettivo è ben diverso, ed anche se le dimensioni non saranno da copertina, vi assicuro che catturare una trota fario di 40 cm nelle condizioni in cui ci troviamo sul nostro torrente segreto, rappresenta motivo di vanto. Essere riusciti a compiere catture di piccoli pesci con le tradizionali e collaudate esche per le trote, ci ha spinti a lavorare d’intuito. Dopo aver stabilito che dopo il minimo rumore sull’acqua, le nostre amiche non afferreranno mai le nostre esche anche se gli dovessero passargli sotto il naso, e che se scorgessero le nostre sagome si dileguerebbero in pochi istanti, il problema restava lo scarso gradimento del cibo presentatogli. I primi tentativi sono stati quelli di provare con i più disparati tipi di insetto reperibili sul luogo, ma siamo andati incontro alla difficoltà di innesco (vale sicuramente la pena ricercare una soluzione). A questo punto si è lavorato sulle caratteristiche delle trote fario, cercando quindi un’esca che potesse vincere la loro diffidenza dalle imitazioni, e che ne esaltasse l’aggressività. Gamberetti d’acqua dolce e piccoli pesci vivi (gambusia), che abbiamo reperito altrove, sono stati il segreto del nostro successo, ma dobbiamo ammettere che con nostra sorpresa il bigattino si è rivelato l’esca principe.
I terminali
Se si opta per il nostro consiglio di utilizzare una canna fissa “in posta” si dovrà necessariamente utilizzare un piccolo galleggiante (1 gr), concentrare la leggera piombatura ed utilizzare un finale del diametro (0,08mm-0,10mm), o al massimo uno 0,12 al carbonio. La lenza da bosco per la bolognese è molto semplice e consiste in un galleggiante piombato con il sottile terminale di circa 30cm che dovremo far scorrere con la corrente, e muovere nei tratti di ferma. Se i pesci si mostrano timorosi o sono lontani, il lancio con il galleggiante piombato è la migliore soluzione (si può utilizzare anche un bulbo riempito d’acqua), mentre nei mesi di Aprile e Maggio, quando la massa d’acqua è piuttosto corposa ed intorbidita, le fario sono più aggressive e non badano al sottile, è sufficiente lanciare una lenza con spaccatine e recuperare, probabilmente la trota aggredirà il boccone.
Note e raccomandazioni
Anche se convinti che non c’è bisogno di ricordarvi che la Natura è la madre del nostro Sport, tenete bene in mente che bisogna rispettarla sempre e provvedere che anche gli altri lo facciano. Il bigattino deve essere solamente innescato, e per nessun motivo lanciato in acqua!