Una delle più grosse rivoluzioni nel campo della pesca sportiva in Italia negli ultimi anni è senza dubbio l’introduzione della pesca all’inglese in mare. Il boom di tale disciplina è dovuto alla possibilità di pescare con una lenza molto sensibile lanciata a notevole distanza dalla riva, ed è in particolare rivolta verso tutti quei pesci che vivono negli strati superficiali. Si tratta di una vera è propria disciplina poiché ad un ad buona attrezzatura (canna all’inglese - canna bolognese e mulinello), ad ottimi accessori (galleggianti, monofili, ami, ecc. ecc.), è indispensabile accostarvi una preparazione tecnico-teorico-pratica notevole. Per questo è una tecnica più costosa di altre, ma comunque accessibile, solo per veri esperti. Per tali ragioni questa tecnica, che deve essere praticata con perfetta rigorosità, è nel contempo di notevole spessore tecnico e di scarsa inventiva; quest’ultima, dote parecchio rilevante in un pescatore sportivo.
Gli ambienti di pesca
I moli dei porti, le scogliere naturali ed artificiali, sono l’ideale per insidiare pesci anche di buona taglia, ma un buon pescatore non deve tralasciare nessuna possibilità, quindi il consiglio è quello di provare dalla riva di una spiaggia a fondale non troppo basso, e che magari presenti ad una decina di metri, una barriera composta da frangiflutti, in una giornata che sia caratterizzata da mare piuttosto calmo. Provare per credere!
La scelta della postazione
I punti migliori che consigliamo sono sempre quelli facilmente accessibili e sicuri, personalmente la scelta dipende sempre da una buona osservazione e da una dose d’intuizione. Le torbide acque troppo interne dei porti non vanno bene, perché è necessario che i pesci siano attratti anche dalla vista della nostra esca, che spesso sarà indiavolata!
L' Azione di pesca
Questa tecnica è praticata durante tutto l’anno dall’alba al tramonto, anche se le tiepide giornate invernali, e le calde notti estive, spesso concentrano gran parte delle nostre pescate. Si pesca con il galleggiante, ed è possibile insidiare tutti i pesci che si muovono in superficie, a mezz’acqua e poco sopra i fondali. Si può pescare con il filo quasi al di sotto della punta della nostra canna, o come nella maggior parte dei casi ad una certa distanza dalla sponda. Un consiglio è quello di essere veloci nell’entrare in pesca, rendendo rapide e brevi le fasi di recupero senza pesce, e quelle di innesco.
Le esche
In teoria tutte le specie di anellidi che sono facilmente reperibili nei negozi di pesca sono utilizzabili, ma se volete un consiglio, lasciateli a casa e tentate la caccia grossa. La regola che il pesce grosso sta dove l’acqua è profonda spesso è fatta per i creduloni, ma in questo caso negli anfratti di una secca può trovarsi di tutto! Sono indispensabili il gambero, la sarda, l’acciuga ed il calamaro. Provate con i mitili. E’ opportuno calare insieme all’ancora, o con una lenza di grosso spessore, un cestello od una “calza” contenente pastura a base di sangue animale e sarda tritata, come fattore richiamante.
I pesci
Durante tutto l’anno questa tecnica permette di insidiare specie diffidenti che stazionano in prossimità del fondo come l’orata, la spigola, il sarago, il cefalo ed il muggine dorato, altre che si trovano a mezz’acqua come l’occhiata, l’aguglia e la leccia, ed infine la vorace e poco furba boga, la menola ed alcune specie di muggine, che si muovono in superficie.
Le attrezzature
Le canne
Le prime canne inglesi adattate in mare sono state quelle classiche, di lunghe da 3,60 a 3,90 m, Tuttavia per questioni logistiche legate agli ambienti di pesca, sono nati degli attrezzi lunghi da 4,20 a 4,50 m. Se poi si vuole portare all’estremo questo cambiamento, allora si può benissimo utilizzare una bolognese anche di 6 metri, che pur offrendo prestazioni inferiori, è altrettanto valida quando è realizzata con materiale frutto delle più recenti tecnologie; ad azione parabolica, adatta per effettuare anche lanci lunghi. In ogni modo la canna principe è quella a ripartizione, con l’impugnatura in sughero, manico fatto apposta per poter poggiare perfettamente l’avambraccio sul calcio della canna.
I mulinelli
Alla canna bisogna abbinare un mulinello a bobina conica leggerissimo, veloce, che sia in perfetto bilanciamento ed equilibrio con la canna. Il mulinello di solito imbobinato con un monofilo scuro (da 0,14 a 0,20) morbido, elastico, con una buona tenuta al nodo, resistente allo schiacciamento dovuto all’applicazione dei pallini di piombo, ma soprattutto deve essere affondante
I terminali
Il terminale è abbastanza curato nello specifico, a seconda della specie di pesce che tentiamo principalmente di pescare; in ogni caso si utilizzano ami sottili e resistenti.
Galleggianti
Il galleggiante è una parte fondamentale nell’argomento pesca all’inglese. Sono differenti dai galleggianti tradizionali, possono essere fissi o intercambiabili, variano per forma (penna di pavone, penna con bulbo, penna con alette), e portata (da 2 a 20 gr); chiaramente la loro varietà dipende dal loro impiego in differenti condizioni atmosferiche, e a seconda se l’azione di pesca si effettua a breve o a lunga distanza dalla riva