Secondo lo spirito che ci contraddistingue, spinti dal solito entusiasmo, vogliamo parlare sulla base delle nostre esperienze di una tecnica di pesca che è resa sempre più approssimata a causa della faciloneria di parecchi neofiti. La traina è una tecnica di pesca che dipende dall’uso di esche in movimento e che quindi per prima cosa necessita di un’imbarcazione che permetta di pescare ad una velocità tra i 2 e 5 nodi, a distanze di 2÷10 miglia dalla costa.tonnetti kg 0,5 - piuma bianco 4/10 - octopus bianco 5 cm
Ancora una volta cercheremo di esulare dalla teoria, talvolta un po’ astratta, per esporre questa tecnica di pesca con l’ausilio dei risultati ottenuti in mare grazie ad una notevole abnegazione alla fatica ed alla perseveranza, poiché non essendo in possesso di una grande esperienza, solo con grande impegno siamo stati capaci di compiere delle catture.
L’ATTREZZATURA
Senza voler necessariamente distinguere un tonnetto striato da un tonno rosso, ci confronteremo con pesci della stazza da 0,5 a 5 kg di peso, di conseguenza, ipotizzando di pescare con tre lenze, sono necessarie tre canne da traina (12÷20÷50 libbre o del tipo stand-up) dotati di mulinelli a tamburo rotante (12÷20÷50 libbre) preferibilmente dotati di freno a leva, caricati con lenze (8÷16÷40 libbre) di nylon o dacron.
L’ ESCA E L’AZIONE
Non nascondiamo la soddisfazione provata al momento della cattura di un pesce con una piuma “fatta in casa” montata con una legatura in cotone rosso fiammante su un amo ad occhiello a gambo lungo, collo allargato ed ardiglione ricurvo all’interno, che oscilla dalla misura 4/10 ÷ 4/0. Alle piume abbiamo associato minnows, jigs e cucchiaini rotanti d’acciaio. La nostra esperienza ha compiuto una selezione delle esche da utilizzare in base al periodo ed alle condizioni meteo marine al punto tale da non avere grossi dubbi su quale artificiale calare in determinate situazioni, portandoci così a comporre una sorta di schema tipo delle migliori combinazioni da noi riscontrate, sistemando le canne a sinistra, destra ed al centro:
In pratica consigliamo di utilizzare a corta e media distanza piume, jigs ed octopus, i minnows più distanti. Avremo così una gamma di differenti richiami a diverse distanze dalla poppa, che in seguito alle prime ferrate (badate che il pesce ferra da solo poiché siamo in movimento) saranno confermate o variate insieme al tipo di artificiale. In merito a questa considerazione, la nostra preferenza ricade spesso nell’assetto misto sia a livello di artificiali che di profondità e distanza dalla poppa, eccezion fatta per il mese di Ottobre in cui abbiamo avuto risultati migliori utilizzando la soluzione di solo due Rapala testa rossa, poiché capita di ingarbugliare i terminali a causa del movimento degli artificiali stessi.
Avrete capito che ogni battuta di pesca differisce dall’altra, dando così rinnovati stimoli al pescatore, sino al momento magico dell’abboccata, quando il nostro avversario comincia a rubare filo della bobina. Mi raccomando, non mettiamo in folle tranne col pesce sotto barca, potremmo pescare altri pesci anche rallentando.
TRUCCHI E CONSIGLI
Ogni battuta ci ha insegnato qualcosa, così man mano affineremo la tecnica.
Non dimenticate di fare il pieno di carburante, di ascoltare il bollettino meteo e di portare con voi il raffio, la cintura da combattimento, un paio di guanti ed una carta nautica delle zone in cui andate a pesca.tonnetto kg1,5 – Rapala testa rossa 9 cm
Per quanto concerne l’individuazione dei banchi, oltre alla famosa mangianza indicata da stormi di gabbiani e dall’ecoscandaglio, o dalle finte correntine, vi consiglio di essere degli acuti osservatori. Per esempio la presenza di pesci volanti, il galleggiamento di piume ed escrementi dei pennuti su citati potrebbero voler significare qualcosa. Inoltre ogni tanto provate ad accelerare o decelerare per poi riprendere la marcia costante, la variazione di moto potrebbe stimolare i pesci. A proposito oltre ai tonnetti abbiamo pescato lampughe e sgombri!!!
In ultimo parliamo del dopo la ferrata, in pratica si deve assecondare la prima fuga del pesce e poi incominciare a lavorarselo con grande calma. Il tonno di solito corre verso il fondo, ed anche se la frizione è stata tarata correttamente (1/3 del carico di rottura) si ha la sensazione di non riuscire a recuperare, ed è da questo momento che bisogna mostrare la propria destrezza. Vale sempre il principio di non dare tregua neppure per un istante al pesce che si inabissa per poi fermarsi in profondità: si abbassa velocemente la canna, si recupera la lenza, si pompa lentamente e poi si ricomincia. Viva il Mare.
A.D.F.